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HARDWELL il numero UNO e l’ITALIA?

L’olandese Robbert Van de Corput, classe 1988, meglio noto come Hardwell, si è confermato il dj numero uno al mondo. Al secondo posto Dimitri Vegas & Like Mike, al terzo Armin Van Buuren. Questo l’esito della Top 100 djs Poll di Dj Mag, appena rivelato all’Amsterdam ArenA durante l’Amsterdam Music Festival. Hardwell ha bissato il successo dello scorso anno, quando si impose per la prima volta, risultando il più giovane dj in assoluto ad arrivare alla vetta della classifica. In precedenza, soltanto Paul Oakenfold, Tiësto, Van Dyk e Van Buuren erano stati capaci di vincere per due anni consecutivi. Per quanto concerne gli italiani, 61esima posizione per Gabry Ponte, 62esima per i Vinai, 71esima per Zatox e 94esima per Merk & Kremont. Di seguito i primi dieci classificati.

1° Hardwell
2° Dimitri Vegas & Like Mike
3° Armin Van Buuren
4° Martin Garrix
5° Tiësto
6° Avicii
7° David Guetta
8° Nicky Romero
9° Skrillex
10° Steve Aoki

E l’Italia?
Come ogni anno, l’Italia se la cava piuttosto male. Le statistiche dicono che il miglior piazzamento di sempre, per un italiano, è una posizione #8 di Mauro Picotto nei primi anni 2000. Quest’anno il dj italiano più in alto è Gabry Ponte, al #61. Poi ci sono Vinai (#62), Zatox (#71) e Merk & Kremont (#94). Onestamente, non credo siano nemmeno i dj italiani più popolari nel mondo: Benny Benassi, The Bloody Beetroots (ok, un po’ live act un po’ dj), Marco Carola sono probabilmente più noti. Ma anche qui si tratta di un discorso di voti e di capacità di stare nel gioco. Vinai si stanno dando un profilo internazionale; Zatox appartiene a un circuito che spesso notiamo poco, quello hardcore e ditorni, ma la cui fan-base è molto agguerrita e fedele (infatti è in classifica da quattro anni di fila); Ponte ha giocato bene le proprie carte, facendo una grossa campagna di promozione nel proprio circuito di appartenenza (molto più esteso di quanto spesso si possa pensare); Merk & Kremont sono i veri fenomeni dell’EDM italiana, bravi dj, produttori e capaci di gestire in modo serio comunicazione e immagine.
Il problema della stragrande maggioranza dei dj italiani è la mancanza di volontà nel voler creare una squadra capace di puntare al top e sbaragliare il campo, come succede invece in Paesi come l’Olanda. A molti di sicuro non interessa stare in questa classifica, ma esserci significa più contratti, più visibilità, più soldi, possibilità di allargare il proprio giro. Considerando quanto è importante e sviluppata la scena dance italiana, mi fa sempre uno strano effetto vedere pochi connazionali nella chart.

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